Le donne sono escluse dai libri di storia, dalle antologie, dalla storia della filosofia, dalla letteratura, dalla storia della scienza, della musica e così via.
A scuola non si parla di scrittrici, né di artiste.
Soltanto in questi ultimi anni sono emerse pochissime figure, ma non è cambiato molto.
Così la persona, sia donna o uomo, che vuole saperne di più, che vuole avere una visione completa della storia, dovrà sempre ricominciare da zero.
È come se ogni persona dovesse, in autonomia, ricercare la storia greca, romana e così via. Senza disporre di una istruzione scolastica, di un percorso, di manuali. Ovvero un percorso che nemmeno la persona più dotta ed intelligente potrebbe intraprendere senza supporti.
Per le donne è così: se le vuoi conoscere non le troverai a scuola.
Dovrai impiegare anni e anni, soldi in libri (perché le biblioteche spesso sono carenti) per avere una conoscenza che dovrebbe fornire la scuola. E anche in questo modo, tranne per le poche persone che si dedicano esclusivamente allo studio, avrai una conoscenza di base.
Così migliaia di persone ricominciano da zero scoprendo questo o quel personaggio. Scoprendo le ingiustizie, le cancellazioni.
Un bellissimo percorso arricchente che però non tutti vogliono e soprattutto possono intraprendere.
Perché il canone non può essere rivisto offrendo a tutte le persone una conoscenza di base comune? Un punto di partenza? Anziché ricominciare da zero ogni volta, impedendo così ulteriori salti di qualità e scoperte.
Sarebbe auspicabile condividere queste conoscenze, renderle comuni. Non per pochi eletti crescendo insieme, come società.