L’opera “Profetesse a giudizio. Donne, religione e potere in età moderna” di Marina Caffiero riporta e analizza diversi casi di profetismo femminile, un fenomeno che fu molto diffuso tra il XV e il XIX secolo. Le donne non avevano molto spazio e visibilità nella società europea dell’epoca. Poche le eccezioni come il profetismo, le predizioni, i sogni che diventano «importanti mezzi per esercitare autonomia e autorità, guadagnare sostegno e risorse per eventuali iniziative religiose, e persino avere voce nella politica dei laici». (Cfr. p. 17)
Citiamo alcune delle figure descritte nell’opera come Lucrecia de Leon, arrestata nel 1590 dall’Inquisizione per i suoi sogni e le profezie a carattere politico. Sogni negativi quindi pericolosi per il sovrano Filippo II (Cfr. p. 18), mentre Maria de Agreda, monaca francescana, tra il 1640 e il 1660, fu la più intima e influente consigliera di Filippo IV.
Le donne dunque non solo imitarono le prerogative sacerdotali, ma operarono guarigioni e rivendicarono consapevolmente il loro diritto alla predicazione, alla spiegazione dei testi sacri e alla celebrazione liturgica. (Cfr. p. 27)
Altri casi interessanti analizzati nel testo sono quelli delle profetesse di Valentano, in provincia di Viterbo: quelli di Suzette Labrousse, profetessa laica nel 1792 in Francia e della ex domestica Chaterina Theot, che si proclamava “Madre di Dio” o “nuova Eva” destinata a partorire un “Verbo divino”. (Cfr. p. 124)
Nel 1773 Madre Ann Lee, iniziatrice della setta degli shakers e fondatrice di numerose comunità in America, si proclamava il secondo Cristo e si faceva portavoce di una rigorosa uguaglianza tra i sessi. (Cfr. Pp. 124 -125)
E ancora Joanna Southcott profetessa ed ex domestica destinata a sconfiggere Satana e a salvare il mondo (Cfr. p. 125); Madame de Krudener inoltre, fu una profetessa ascoltata persino dallo zar Alessandro I. (Cfr. p. 129)
Infine nell’800 ci fu una femminilizzazione della chiesa e una maggiore importanza al culto mariano. Tra le profetesse ottocentesche più citate all’epoca, nelle raccolte di predizioni del futuro, troviamo la profetessa Anna Maria Taigi, illetterata. (Cfr. p. 132)
Nel XIX le profetesse sono meno innovative, con un ruolo più tradizionale, ma d’altra parte sono tante e hanno uno spazio. (Cfr. p. 137). Vengono riconosciute e accettate come mediatrici del sacro. Non trasgressive, erano rassicuranti e quindi più ascoltate e ascoltabili. Meno innovative? Forse, ma pur sempre presenti, non più invisibili.