Una storia dell’arte dimenticata

L’arte in rosa. Le donne nella storia dell’arte

Il docente di Storia dell’Arte Emanuele Triggiani con il suo “L’arte in rosa.  Le donne nella storia dell’arte” ci fa riscoprire alcune artiste altrimenti assenti nei manuali scolastici.

Un limite storiografico noto da molti decenni ma per nulla superato dato che spesso ci si limita a rilevare come le donne fossero assenti nelle accademie, dimenticandosi di parlare di quelle che comunque ce l’hanno fatta.

Non è solo una questione di offrire una visione più completa e corretta del passato ma anche di superare i concetti di contrapposizione arrivando ad una storia condivisa e completa. Ad un pacifico e condiviso riconoscimento del passato, comune a tutte le persone. Senza escludere in modo totalmente arbitrario una parte.

È cosa nota che le donne erano una minoranza e anche quelle che sono riuscite a fare grandi cose sono state limitate, non avendo potuto avere allievi maschi che difendessero la scuola, che tramandassero le conoscenze e soprattutto la fama della maestra.

Da un lato è bene conoscere i limiti imposti e dall’altro i nomi di chi ce l’ha fatta come Sofonisba Anguissola (1532 -1652) che con il suo esempio ha stimolato altre artiste come Barbara Longhi e Lavinia Fontana. E ancora le artiste dei Paesi Bassi, antesignane nel XVII della “natura morta”, anticipatrici di innovazioni in seguito adottate dai colleghi, come il ritrarsi nei riflessi delle coppe di vetro; nell’esporre i canestri di frutta e fiori in primo piano, come se stesero per fuoriuscire dalla tela. 

Non sono mancate nemmeno le artiste come Caterina de’ Ginnasi (1590 – 1660) che ricevono commissioni più importanti, come le pale di altare. E per questo invise ai critici e ai biografi che accettavano più facilmente piccoli quadri, magari a tema floreali.

Nella storia non sono mancate botteghe al femminile (Elisabetta Sirani); donne rifiutate dall’Accademia Reale delle Belle Arti e che decidono di ritratte tutti i docenti per farsi accettare (Adelaide Labille-Guiard); chi ritraeva persone di colore e per questo, dopo l’avvento di Napoleone, veniva dimenticata (come Marie-Guillemine Benoist allieva di Elisabeth-Vigée Le Brun).

E ancora Mary Cassatt (1844 – 1926) che si è prodigata nel 1886 a promuovere degli Stati Uniti la tournée del gallerista Paul Durand-Rouel, permettendo il primo clamoroso successo degli impressionisti presso i collezionisti d’oltreoceano. Senza di lei la storia dell’arte moderna e contemporanea sarebbe stata totalmente diversa, senza l’attenzione a Monet, Degas, Sisley, Renoir.

Riportiamo solo pochi esempi per sottolineare come ci sia tanto da riscoprire: artiste del passato ma anche artiste del presente, dato che hanno ancora molto da offrire.