Astronomia al femminile: brillare oltre i confini del genere

Quale migliore occasione dell’11 febbraio – Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza – per parlare di astronome. Ed in particolare delle prime astronome dell’Osservatorio di Harvard.

Studiose che ebbero accesso, pur con diversi limiti, ad una prestigiosa istituzione. La loro storia è interessante sia per i risultati che per la capacità di aiutarsi senza un tornaconto personale, la solidarietà, l’umanità unita all’intelligenza e al duro lavoro.

Ad Harvard l’astronomia unì benefattrici e scienziate come Anna Palmer Draper, moglie dell’astronomo Henry Draper, che finanziò l’Osservatorio di Harvard; Annie Jump Cannon (1863-1941) astronoma che ricevette mille dollari di premio e li utilizzò per finanziare l’”Annie Jump Cannon Prize” per scienziate di qualsiasi nazionalità. Inoltre arricchì il premio con una spilla creata dall’artista – Marjorie Blackman – che rappresentò in oro una nebulosa a spirale.

Un altro esempio luminoso da Lydia Swain Mitchell, cugina della celebre astronoma Maria Mitchell, che fondò la Maria Mitchell Association sull’isola di Nantucket, dove molte studiose si recavano per visite e conferenze a favore della popolazione del luogo e degli appassionati di astronomia. 

La solidarietà femminile nell’astronomia (e non solo) non era nuova infatti, grazie al telescopio regalato nel 1859 da un gruppo di ammiratrici della “Women of America”, Maria Mitchell (1818 -1889) aveva scoperto la cometa che prende il suo nome.

Le mani tese non arrivarono solo da donne ma anche da uomini illuminati come il matematico Gosta Mittag-Leffler (1846 – 1927) dell’Accademia reale svedese, che nel 1926 voleva candidare l’astronoma Henrietta Leavitt (1868 – 1921) al Nobel per la fisica senza sapere che era già morta. Ricordiamo che Mittag-Leffler era un sostenitore delle scienziate tanto da aver spinto, nel 1889, l’Università di Stoccolma ad affidare una cattedra alla matematica russa Sofja Kovalevskaja; nel 1903 fu determinante per il conferimento del Nobel a Marie Curie.

Per approfondire il tema consigliamo la lettura “Le scienziate che misurarono il cielo. Storia delle astronome che conquistarono Harvard” di Dava Sobel.

“Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli.” (Margherita Hack, 1922-2013)

 

Articolo in collaborazione con:
Il Museo del Cielo e della Terra (museocieloeterra.org@museocieloeterra)
Veronica Pippa @vero_p99

Foto: Ritratto di Annie Jump Cannon (fonte Wikipedia)