Sarah Biffin (1784 – 1850) fu una celebre miniaturista dell’età vittoriana che dipinse persino per la regina Vittoria.
Donna, povera, disabile. Tutto era contro Sarah.
Nata con una disabilità congenita quale la focomelia, era destinata a sopperire, dato che i bimbi nati senza gli arti venivano spesso soppressi o lasciati perire. Invece i genitori si presero cura della figlia, anche se erano spaventati dall’intelligenza e dalla grinta della piccola, che desiderava una vita dignitosa.
A 8 anni chiese di poter imparare a cucire ma i genitori la scoraggiarono. Allora la bambina, appena i genitori erano assenti, si esercitava fino a riuscire, con la bocca, ad infilare l’ago, cucire, fare il nodo, ritagliare.
A 13 anni venne affidata al proprietario di un circo itinerante che l’avrebbe pagata per le esibizioni. Con Emmanuele Dukes viaggiò molto insieme ad altre persone con caratteristiche fisiche che attiravano la curiosità delle persone. Per tanti era l’unico modo per sopravvivere.
Nel 1808 la giovane conobbe il conte di Morton che le fece prendere lezioni di arte dal pittore William Craig. Nel 1821 la Society of Arts le assegnò una medaglia per una delle miniature.
Anche la famiglia reale le commissionò miniature. E quando il conte morì, nel 1827, e l’artista si trovò in difficoltà economiche, la regina Vittoria le assegnò una pensione.
Il ritratto della Regina Vittoria, opera del 1843, è meraviglioso. Se poi immaginiamo che è stato dipinto con la bocca, da una donna nata in una povera famiglia del XVIII secolo, possiamo solo che apprezzare ancora di più Sarah e prenderla ad esempio.