L’importanza dei modelli: l’esempio di Chimamanda Ngozi Adichie

Chimamanda Ngozi Adichie, autrice molto nota a livello internazionale, riporta in “Il pericolo di un’unica storia” la sua esperienza di bambina cresciuta in una famiglia medio borghese nigeriana e ci fa riflettere direttamente ed indirettamente su alcune questioni.

Chimamanda si riferisce in special modo alla sua esperienza di bambina e donna africana e ricorda come da piccola fosse abituata a leggere e scrivere storie e racconti e che … “Tutti i miei personaggi erano bianchi con gli occhi azzurri. Giocavano nella neve. Mangiavano mele. E parlavano del tempo, di quanto fosse bello che era spuntato il sole. E tutto ciò nonostante vivessi in Nigeria. Non ero mai uscita dalla Nigeria. Non avevamo la neve. Mangiavamo manghi e non parlavamo mai del tempo, perché non ce n’era bisogno”. (Cfr. pp. 3-4)

La stessa autrice  sottolinea come le influenze dell’ambiente, della lettura siano così importanti, soprattutto per i bambini: “Tutto questo dimostra, credo, quanto siamo suggestionabili e vulnerabili di fronte a una storia, specie bambini”. (Cfr. p. 4)  E che si è salvata da un’unica storia grazie ad autori africani come Chinua Achee e Camara Laye, grazie a loro ha scoperto che “le ragazze con la pelle color cioccolato” potevano esistere in letteratura e questo l’ha aiutata a scrivere di cose che conosceva. (Cfr. p.5)

Allo stesso modo sappiamo che il problema di cui parla Ngozi Adichie esiste per tutte quelle bambine e donne che leggono libri di storia dove i protagonisti sono tutti al maschile e le donne invisibili.

Sarebbe auspicabile leggere tanto e soprattutto di più, non limitandosi alle solite (… ma non sempre) ottime storie, aggiungendone altre meno note ma altrettanto valide e importanti.

Riportando le parole dell’autrice desideriamo contribuire a far conoscere altre storie, non l’unica storia perché

“Raccontare un’unica storia crea stereotipi. E il problema degli stereotipi non è tanto che sono falsi, ma che sono incompleti. Trasformano una storia in un’unica storia”. (Cfr. p.15)